La luce, la materia, la fusione dei metalli, questi gli strumenti che Giovanna Lysy utilizza per dar forma alle sue sculture.
Ogni opera è un frastagliato percorso di ricerca di un sinolo fra l’uomo e la natura che lo circonda in ogni sua forma.
Mediante lo studio e l’ascolto attento dei materiali, spesso reclamati alla terra della Val D’Orcia dove la Lysy ha il suo studio, prende vita l’elaborazione fisica e spirituale di ogni singola opera.
Così comincia e ha luogo l’incontro e l’equilibrio fra materia ed emozione, fra pathos interiore e mondo esterno, attraverso fiumi di metallo che tortuosi si insinuano fra cristalli in frantumi e lastre di vetro, frammenti di travertino e schegge di luce, carta lavorata con colla e pigmenti Giovanna Lysy fa di ogni mezzo un canale per esprimere il perpetuo ed inarrestabile mutamento della natura, ma non solo; l’artista focalizza la propria sensibilità sullo sforzo che l’uomo moderno è portato a compiere per poter vivere questo cambiamento in armonia con se stesso.
E proprio lungo questo percorso di ricerca si evincono la consapevole ed irriverente fragilità del nostro reo tempo, la necessità di ritrovare le proprie radici di essere umano, il desiderio di liberazione, di un assoluta assoluzione, il misto di paura e speranza, che questi frantumi emozionali e stratificazioni della persona, che le storie di vita scolpite dalla luce nella resina con la sapiente mano di artigiano guidata dall’indole di un artista unica nel suo genere per rappresentazione e rielaborazione di temi assolutistici ed universali, non diventino solamente aridi sedimenti.
Il lavoro di Giovanna Lysy è costellato di metafore e semitoni, carico di simboli e sfaccettature, che si insinuano con la complicità della luce in qualità di elemento fisico attraverso i vari strati di ogni pezzo. E proprio questa luce, spogliata di ogni valenza complementare o puramente estetica, ma elevata al pari di ogni altro materiale, non invade, non definisce, ma sottrae ed esalta.